La Conferenza Episcopale Internazionale dei Santi Cirillo e Metodio: riorganizzazione conservativa o smatellamento? Una questione aperta per la Chiesa nei Balcani Occidentali.
The International Bishops' Conference of the Saints Cyril and Methodius: conservative or dismantling reorganization? An open question for the Church in Western Balkans.
Author(s)
Vecchi, FabioDate
2018-04Discipline
Derecho canónicoAbstract
Nel 2004 Giovanni Paolo II dava vita alla Conferenza Episcopale
Internazionale dei Santi Cirillo e Metodio (= CEICEM) pensando ad un supporto
pastorale nel cuore dei Balcani occidentali. La Conferenza internazionale si armonizzava
con il grande progetto di unificazione dell’Europa cristiana.
I cambiamenti intervenuti nella regione nel corso di un quarto di secolo sono
tuttavia rilevantissimi. La CEICEM, infatti, copre pastoralmente quattro Stati
(Serbia, Montenegro, Macedonia e Kosovo) oggi in progressiva divaricazione legislativa
e culturale.
Sul piano canonico, la Conferenza dedicata ai Santi Cirillo e Metodio non
pone speciali problemi: l’affectus collegialis, il modello organizzativo gerarchico
e il fine pastorale, sono quelli tipici delle Conferenze episcopali. La questione
è, invece, di natura diplomatica e impone nuovi modelli per la presenza della
Chiesa cattolica sul territorio. Emerge sulla sorte della CEICEM una differenza
di opinioni: i vescovi balcanici sono orientati per lo smantellamento, mentre la Sede Apostolica tende a temporeggiare, mantenendo di fatto lo status quo. La
linea pragmatica vaticana tiene conto, in ogni caso, dell’evoluzione politica locale
nell’ottica dell’integrazione europea, specie della Serbia, non dimenticando
l’originario progetto wojtyliano dell’unità dell’Europa cristiana. In 2004, John Paul II gave birth to the International Bishops Conference
of the Saints Cyril and Methodius (= CEICEM) thinking of pastoral support
in the heart of the Western Balkans. The International Conference harmonized
with the great project of unification of Christian Europe.
However, changes in the region over the course of a quarter of a century are
remarkable. In fact, CEICEM covers pastorally four States (Serbia, Montenegro,
Macedonia and Kosovo) today in progressive legislative and cultural divisions.
On the canonical level, the Conference dedicated to the Saints Cyril and
Methodius does not pose any special problems: the affectus collegialis, the hierarchical
organizational model and the pastoral aim are the typical ones of the
Bishops’ Conferences. The issue, however, is of a diplomatic nature and imposes
new models for the presence of the Catholic Church on the territory. There is a
difference of opinion on the fate of CEICEM: the Balkan bishops are oriented
towards dismantling, while the Apostolic See tends to stall, maintaining the status
quo. The Vatican pragmatic line, however, takes into account local political
evolution in the light of European integration, especially Serbia, not forgetting
the original Wojtylian project of the unity of Christian Europe.